Lo stesso motivo vegetale che è presente nelle restituzioni archeologiche di Montelupo in verde e bruno ebbe anche due ulteriori versioni, le quali si caratterizzano per la sostituzione della ramina con l’ossido di cobalto; in questa variazione cromatica, quindi, mentre un lato della foglia - o, piuttosto, del largo petalo carnoso dell’infiorescenza - presenta ripiegandosi su di sé, una campitura tratteggiata in manganese, l'altra sua porzione è colorata di bleu intenso.
Questo pigmento è utilizzato con maggiore frequenza allo stato puro, cioè privo di mescolanza con la cristallina piombica: quando però ciò avviene, si può notare il classico rialzamento
del colore bleu sulla superficie smaltata. Dovendo riempire uno spazio pittorico ben definito (ed assai più preciso di quello dalle linee frastagliate, tipico della “foglia di quercia”), è comprensibile come i vasai tendessero ad evitare gli eccessi di liquidità della zaffera, per non cancellare, a causa delle colature e dei debordamenti del cobalto mischiato al piombo, il disegno del fiore. Per vivacizzare la composizione, tuttavia, essi non esitavano ad inserire nella medesima puntinature e particolari in bleu a rilievo.
Il genere presenta i seguenti sottogruppi: 8.1.1 - 8.1.2 - 8.1.3
Forms
tin glaze
painted
Period description
E' databile tra gli anni 40 e gli anni 90 del XV secolo.
Date Min
1440
Date Max
1490
Color description
Sostituzione della ramina con l’ossido di cobalto.
Bleu intenso.