Show Type

Fornaciari Bb 2 T7

Maiolica di Montelupo

Distinctive Features
Il tipo Bb 2 comprende recipienti di piccole e medie dimensioni con ampia e amplissima tesa confluente, corpo emisferico, privi di piede e con fondo a ventosa. Il valore di R varia, quasi senza soluzione di continuità, da 1,42 a 2,3. La determinazione dei tipi è resa molto difficoltosa dalla sostanziale continuità morfologica, che quasi come una scala continua determina una progressione senza intervalli dai manufatti con tesa più ridotta a quelli in cui il diametro della tesa supera il doppio del diametro della cavità. Per cercare di operare delle distinzioni senza abbandonare la guida del valore di R, abbiamo deciso di introdurre una divisione, apparentemente empirica perché non giustificata da una reale cesura, in due gruppi di reperti: quelli il cui diametro massimo è inferiore al doppio del diametro della cavità, con R minore di 1,96, e quelli in cui il diametro massimo della tesa è equivalente o superiore al doppio del diametro della cavità, vale a dire con R uguale o maggiore di 2. Per quanto riguarda la profondità dei manufatti, il valore di “i” varia da 0 a +5 circa, ed anche in questo caso la variazione appare senza soluzione di continuità. E’ possibile tuttavia individuare a grandi linee almeno tre tipi di cavità con valori di “i” rispettivamente pari a +1, +2,5, +3,5/+4 circa. Il tipo T7 (R = 2-2,3) include un discreto numero di manufatti che mostra una cavità di media profondità, con “i” medio di +2,3. Il diametro massimo dei reperti varia da 15 a 23 cm. Sono attestati i seguenti generi decorativi: 25.2, 29.1, 30, 34.2, 40.1.3, 43.1.3, 45.1, 45.2, 45.4.1, 50, 51.2, 54.2.
Period Text
Le forme Bb 2 sono caratteristiche della produzione montelupina del XVI secolo. Le prime attestazioni risalgono alla fine del XV secolo con i generi “a imitazione del lustro metallico” (gen 12), “derivato dell’imitazione della foglia valenzana” (gen. 17), a “fasce geometriche” (gen. 18) e tuttavia e soprattutto con gli inizi del ’500 che la produzione di queste forme aumenta esponenzialmente mantenendosi particolarmente consistente per tutto il corso del secolo. Nel XVII le attestazioni si rarefanno: si conoscono due esemplari decorati “alla foglia verde” (gen. 70), uno dei quali rinvenuto a Pisa mentre l’altro fa parte delle collezioni del museo di Faenza e porta la data “1660” al centro del cavetto. Esemplari Bb 2 tuttavia continuano ad essere fabbricati tra XVII e XVIII secolo per committenze conventuali. Nell’esaminare la cronologia dei diversi tipi in relazione alla datazione dei generi decorativi si nota quindi una comparsa precoce dei tipi T1 -T5, che hanno R compreso tra 1,42 e 1,96 e sono già prodotti entro la fine del XV secolo, mentre i tipi T6-T9, con amplissima tesa ed R = 2-2,3, sono attestati solo a partire dagli inizi del XVI. Il T7 in particolare risulta particolarmente usato nella seconda metà del ’500. Gli esemplari T10 infine, in cui la tesa è talmente ampia da superare una volta e mezzo il diametro della cavità (R = 2,6-2,8), sono tutti e tre decorati in compendiario della famiglia blue (gen 45) e si collocano cronologicamente intorno alla metà del XVI secolo. Per quanto riguarda i contesti di rinvenimento questi non fanno che confermare le cronologie delineate dai generi decorativi. Nella scarsità di contesti chiusi entro la fine del XV secolo, ci vengono in aiuto le restituzioni dello scavo montelupino nell’area adiacente all’ex Palazzo Podestarile (contesto M Mus), riferibili all’ultimo ventennio del ’400, dove sono attestati diversi manufatti Bb 2. Alcune forme analoghe sono presenti negli strati di fine ’400-inizi ’500 di San Michele alla Verruca (PI). I contesti cinquecenteschi che hanno restituito forme Bb 2 sono invece numerosissimi, mentre rarissimi o assenti quelli seicenteschi. Per rinvenire manufatti sicuramente seicenteschi dobbiamo affidarci ad attestazioni sporadiche, come il pezzo datato “1660” con decoro alla foglia verde del MIC o come l’esemplare T4, sempre con la stessa decorazione, recuperato a Pisa, ricordando che una certa tarda diffusione dovette mantenersi limitatamente a prodotti commissionati da enti religiosi e conventuali: ne è esemplificativo il pezzo rinvenuto in via XX settembre a Montelupo datato 1758.
Origin Text
Montelupo Fiorentino
Date Min
1510
Date Max
1799
Occurs Text
E' attestata a Montelupo, Firenze, Pietrasanta, Lucca, Roma.
Primary Function
Food Preparation & Consumption
Forms
dish
Decorations
Genere 25. Nastri
Genere 40. Motivi vegetali della "famiglia bleu"
Genere 34. Fascia con bleu graffito.
Genere 50. Piatti pseudobaccellati
Genere 29. Armi e scudi
Genere 45. Compendiario della "famiglia bleu"
Genere 51. "Tamburi" evoluti
Genere 54. Spirali arancio
Genere 43. "Nodo orientale" della "famiglia bleu".
Genere 30. Armi e tamburi.
image
Fornaciari A. 2016, La sostanza delle Forme: morfologia e cronotpilogia della Maiolica di Montelupo Fiorentino. Firenze: Insegna del Giglio

Equivalences defined in Fornaciari Bb 2 T7

No direct equivalences

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